ALTRA IDEA DI POESIA
(Roberto Cogo, 2005) ci sono quelli segnati da un nonnulla quelli coi geni arruffati dalla mano saggia di un dio indifferente alla quiete di un linguaggio
traducibile e fedele
(quelli con un’altra idea di poesia)
oltre il peso degli aridi schemi
ci sono quelli dal sentire leggero di piuma
infiammabili come la paglia
da lacrime roventi o risate
o richieste d’aiuto
(per loro non fa differenza)
stanno davanti al richiamo interiore
irresistibile e concreto
della crema che gonfia il pasticcino
stanno oltre lo schermo della vita franta
ma solo di rimando
da lì allungano una mano lieta
o un temibile pugno
(forse sono ricci, forse figli di fata)
forse vivono in un sasso indistinto
tra cielo e formica
nell’unica forma di vita
che soffia e smuove ogni cosa
(l’ala fragile di una farfalla
li solleva dal dovere di una scelta)
sono quelli che rimpallano lo sforzo
e la voglia
di rimetterci in gioco, di ridiscutere il mondo
link http://www.facebook.com/topic.php?uid=106327238792&topic=14778 Autismo .pubblicata da Ariano Davide il
giorno martedì 15 giugno 2010 alle ore 11.18.
Nuda veste che tremi e t'inondi di vento,in un soffio voli via.. Il tuo volto di luna variopinto con le sue sfumature rossastre sprizza luce. Tra gli sguardi attoniti il tuo pittoresco cielo racchiude un mondo ancor del tutto sconosciuto.. Silenzio suonato nel coro:ti fermi correndo nelle competizioni, t'illumini di genialita' nella tua scuola ,vivi nell'ombra senza luce, vivi sentendo le voci del silenzio. T'inebri di te stesso :tra i rumori giocosi, tra le feste chiassose , guardi nelle tue sfumature pungenti incurante delle ferite arrecate . D'amor tacito elevi le parole celate d'inverni scontri tra estive speranze.. Raccogli la luna eclissando tra le soffici nuvole all'ineando con fatica la folle realta',fatta di sentieri e paure tracciate frettolosamente tra i granelli di sabbia che pesano come macigni nella clessidra, come la parola Autismo..
Io voglio diventare amico di tutti E mio castello gioire Salvatore Marotta I TESORI SOMMERSI RIAFFIORANO SULLE SPONDE DI SPIAGGE DORATE DOVE I DELFINI Si RINCORRONO TRA LE ONDE E IL MARE DELL’AMORE ANELA AL CIELO DEL CUORE CON VARIOPINTI AQUILONI CHE TRATTEGGIANO ARCOBALENI. UN SORRISO DI SPERANZA ILLUMINA I VOSTRI VOLTI DI LUNA E LE STELLE DANZERANNO SULLE ALI DI UN GABBIANO, OLTRE IL MURO DELL’ INDIFFERENZA.
MIRKO (Autismo Matteo) ... Sei arrivato bambino inquieto incontenibile ti abbiamo scoperto ..timoroso ..pieno di paure abbiamo allontanato insieme la morsa di un senso di non potereoggi ti guardo ti sollevi da una caduta osservi la situazione senza battere ciglio rimonti e riprendiquella tua "cavalcata" riempie le nostre speranze un senso paterno d'aver costruito un uomoquello che abbiamo covato dentro di noi per l'augurio che tu sia sempre felice come lo siamo noi con il semplice stare al tuo fianco.
(Autismo Fabiano) Sembra a volte che il silenzio attanagli il tuo pensiero le esperienze insieme vivono fanno sorgere in te un mondo che è anche nostro di amore e di paure di desideri e di dubbi.La tua stretta di mano il tuo abbraccio sono una apertura perché sempre possiamo credere nell'amicizia fondare la certezza di un domani pieno di successi che ci troveremo a fianco per cavalcare le nostre-tue recondite speranze.Giornata d'attesa scioglie l'immagine un vago senso di velluto si posa sulle labbra cullate e dolci per la tua pelle scura di sole giovane di anniocchi increduli rincorrono una landa rosata un petalo di gioia una tenerezza espressione un po' triste chiama sornionacorrere in sogni variopinti di una adolescenza rinata scoprire un desiderio un'ampia distesa di mare invade placida una giornata d'attesa ! mamma parola d'amore mamma,mi donasti un'inifanzia di pane fragrante,di acqua di fonte,di uve passite al sole del sud. Giorni lontani plasmati con le tue mani: l'indifferenza tra le montagne silenziose che tu scalasti con fatica. Mamma speciale come me,sei quell'albero frondoso che agli affanni della vita da riposo e nu...lla chiede,nulla per se' spera,solo una preghiera per me.. Tu che piangesti in segreto nel buio,tu che facesti cadere il muro dell'indifferenza,della mia solitudine per condurmi nel tuo amore.. tu sei mia amica,tu sei ispirazione,tu sei angelo beato che dio ci ha mandato. Tu sei la sola al mondo che sa,del mio cuore,cio che e' stato sempre,prima d'ogni altro amore.Dentro la tua grazia hai fatto riposare la mia angoscia.. Regalarti un sorriso,il mio scopo piu vivo.Regalarti un'emozione,la mia gioia piu' profonda per te mamma speciale che hai regalato a me la vita.
Onde di Morgana .pubblicata da Ariano Davide il giorno mercoledì 11 novembre 2009 alle ore 21.53.scrivo le onde dolci tra le spume dei pensieri,che brillano di belle visioni di colei che impetuosa trasporta : dolce serenita' umile pura di natura... Avanza tra me ed il cuore , va onda sei frizzante e' briosa avanza nel futuro e indietreggia nei ricordi ridenti e fuggitivi ... ho il dono labile dell'amore che tutti quanti inseguono; mi tuffo nella cascata del divenire e ne emergo schiumando e ridendo. . . e un brivido ..scorgo la dolce melodia che si infrange con le sue gocce rinasce sorgente pura tra i riflessi traspare la luce onde di morgana.. Sono inondato di vita. Con la coda dell'occhio scorgo un guizzo fugace una piccola onda cadente che solca il mio cielo.. la mia notte, la mia anima. I tuoi occhi I tuoi occhi come stelle non guardano.. Sanno. Oltre C'è un punto dove stai che nessuno conosce: oltre Oltre i nodi di contorti pensieri Oltre le bave di spudorate parole Oltre le cose mai viste Oltre le cose mai dette. Dentro Sei dentro i cicalecci degli angeli dentro la danza di un magico kaos. E sei vero Vivo, vero e raro come nessuno.
Pier Carlo ..........Laguna ghiacciata La laguna è bianca di ghiaccio. I gabbiani camminano sulle barche adagiate sopra croste bianche. Io guardo il paesaggio freddo: tutto il mio mondo è come questa barca incagliata nel ghiaccio p.c.m. Poesia di un Ragazzo Autistico Ariano Nella mia ombra io ci vivo Io ho dentro il silenzio Altri decidono per me senza sapere cosa Salvatore vuole …………. Io mi sento amico dell’ombra Faccio castelli in aria belli e giusti ……………… Cancella post · più di un anno fa.Ariano Davide Non molti regni rimasti Scrivo le labbra della luna sulle tue spalle. In un tempio d’argentea lontananza le faccio la guardia mentre riposa. Per il suo letto scrivo una quiete su tutti i cigni del mondo. Col respiro mattutino del leopardo delle nevi le copro contro ogni male. Usando la penna dei fiumi e delle vette le riempio il cuscino di canzoni. Sui suoi capelli scrivo lo sguardo dei cieli di primo mattino. Lontano da questo regno, da questo ultimo posto inviolato, scrivo civiltà, governi e tutte le altre situazioni, abbandonate dallo spirito e militaresche. O freddi splendidi bocci, le labbra della luna corrono sulle tue spalle… Fatevi da parte!
Dietro queste scatole apparentemente vuote è in silenzio che ti parlo. La mia voce vuole arrivare al tuo cuore ma forse son arrivati prima i miei pensieri. perchè è un soffio che ci unisce e il filo che ci collega è proprio lui.. il silenzio. Il silenzio della voce, il silenzio dei gesti, che lascia parlare cio' che troppo spesso rimane.. in silenzio. Cancella post · più di un anno fa.Ariano Davide
LETTERA A UNA BAMBINA SPECIALE.. Cosa hai sentito finora del mondo attraverso l'acqua e la pelle tesa della pancia di mamma? Cosa ti hanno detto le tue orecchie imperfette delle nostre paure? Riusciremo a volerti senza pretendere, a guardarti senza riempire il tuo spazio di parole, inviti, divieti? Riusciremo ad accorgerci di te anche dai tuoi silenzi, a rispettare la tua crescita senza gravarla di sensi di colpa e di affanni? Riusciremo a stringerti senza che il nostro contatto sia richiesta spasmodica o ricatto d'affetto? Vorrei che i tuoi Natali non fossero colmi di doni -segnali a volte sfacciati delle nostre assenze- ma di attenzioni. Vorrei che gli adulti che incontrerai fossero capaci di autorevolezza, fermi e coerenti: qualità dei più saggi. La coerenza, mi piacerebbe per te. E la consapevolezza che nel mondo in cui verrai esistono oltre alle regole le relazioni e che le une non sono meno necessarie delle altre, ma facce di una stessa luna presente. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore. Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte. Perché il dolore non è solo vuota perdita ma affettività, acquisizione oltre che sottrazione. La morte è un testimone che i migliori di noi lasciano ad altri nella convinzione che se ne possano giovare: così nasce il ricordo, la memoria più bella che è storia della nostra stessa identità. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola, ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per riempire vuoti, né pietire uno sguardo o un'ora d'amore. Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia. Adora la tua inquietudine finché avrai forze e sorrisi, cerca di usarla per contaminare gli altri, soprattutto i più pavidi e vulnerabili. Dona loro il tuo vento intrepido, ascolta il loro silenzio con curiosità, rispetta anche la loro paura eccessiva. Mi piacerebbe che la persona che più ti amerà possa amare il tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia barca allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell'orizzonte. E tu allora porterai quell'amore sempre con te, nascosto nella tua tasca più intima.
Ariano Davide VORREI … POTREI Quanto vorrei a volte, poter essere un gabbiano, volare sopra il mondo senza essere riconosciuta. Potrei sfiorare l'acqua del mare e farmi trasportare dalle dolci onde, sentire il vento che viene a contatto con tutto il mio piccolo corpo. Con un battito di ali potrei raggiungere quell'immensa luce di colori che fa brillare ogni cosa che tocca. Potrei sprofondare nelle morbide macchioline bianche che avvolgono il cielo e assistere da lontano alla vita che scorre sotto di me. ...scritto da una disabile ,anche se e' semplice anche se semplice dimmi se non esprime qualcosa di bellissimo, una speranza..
.Ariano Davide Soli si muore, Stasera ho sepolto il mio cuore, ucciso dai miei giorni infranti non voglio più averti davanti. Ma soli si muore ed è eterno, Come? Fuggire,restare, lottare? Nascondersi oppure amare? Soli si muore, fuori già piove piove sul mondo mentre il sangue ribolle profondo, avvalendosi dell’incertezza di un’ultima vuota carezza, frustrazione, noia, stanchezza. Soli si muore e passan le ore insolito incanto paura ed insieme rimpianto cordoglio di aver dato tanto. Soli, ma dove? Ovunque purchè ora ci sia, silenzio nell’anima mia. Pubblicato in Le poesie di Claudia | Contrassegnato da tag poesie | Lascia un commento »
Mamme speciali di bimbi speciali luglio 21, 2010 di autismoeamore Una poesia dolcissima, di una mamma che vive la quotidianità del disagio dei nostri bimbi, sono parole da leggere con il cuore Mi chiamo Raffa Mi chiamo Raffa ed ho il “pervasivo” Han detto anche che sono iperattivo ma non capisco…io rido , salto vivo!! Mi chiamo Raffa e sono un poco “strano” magari da una foglia, io vedo un aeroplano e spiego le mie ali in un mondo assai bizzarro, ma se vi soffermate è facile osservarlo. Mi chiamo Raffa ed ho un sogno nel cassetto da grande vorrei fare il pittore o l’architetto. Mi chiamo Raffa rifiuto dei parenti, non credono neppure che io abbia dei talenti.. Ecco vi dico, Non sono un qualunquista, io vedo il mondo con gli occhi dell’artista, io non lo sento il giudizio della gente e non si dica che sono negligente. Io non conosco né l’odio, né il rancore l’indifferenza a me non dà dolore.. A volte guardo negli occhi l’altra gente e non comprendo perchè giudica sempre senza sapere che in fondo a questo cuore coltivo anche speranze e tanto amore Claudia Amedei – mamma di Raffaele Pubblicato in Le poesie di Claudia, Storie | Contrassegnato da tag poesia | 9 Commenti » A Misano il primo centro estivo per bambini con autismo luglio 19, 2010 di autismoeamore
Autistica Impossibile fuggire, per me… che sono spazio azzurro senza principio e senza fine. Ma il dolore squarcia la gola e fascia la testa priva di luce, isolamento obbligato sopraggiunge come un dardo, con le gambe strette al petto, serro tutte le fessure che mi scagliano verso l’esterno. Gli occhi chiusi e stretti come in una morsa lacrimano e bruciano, dondolo, niente mi riporta dentro il mio spazio azzurro. Qui dentro c’è silenzio, bozzolo che mi salva dalla follia, suona solo una nenia stereotipata, capace di cullare le mie membra estranee, il suo potere: è cancellare la memoria e la materialità. Situazione rischiosa, questa voglia di estraneità dal mondo, ed io che provengo, da una tribù antica, ho imparato a spezzare il vuoto. Come? Autolesionismo, profonda consapevolezza del male, d’ origine primordiale, Non abbiate paura, nessun sgomento, nessun disgusto, per questa forma di procedura oscura, a voi… niente tocca. Esso allontana da un dolore molto più profondo, quello emotivo e per uscire dalla bruma oscura, devo per forza intervenire, l’autistica lascia infiltrare la ragione, srotola i pensieri verso la realtà e la responsabilità , finalmente mi riapproprio del mio corpo, un dolore fisico sentito e dovuto, che riapre la porta dello spazio azzurro, che attende senza pretese il mio rientro.
Prigioniero di me Prigioniero di me stesso, io scavo nella fertile terra di un'anima in letargo. Pareti spesse di muti dolori, come pietre che nascondono un tesoro, sbarrano un sospiro di speranza che ha smarrito la via della Resurrezione. Mi dileguo nel buio di un passato che si addormenta in un sorriso fantasma. Io scavo con bramosità nelle pieghe insanguinate di ferite che lacerano il mio cuore in silenzi di ghiaccio. Almeno trovassi una fessura di verità per ecclissarmi nella gioia di una danza di luce, un 'ultima carezza di angelo errante... ..
Autismo a conchiglia... E dentro quella conchiglia i tuoi splendidi occhi verdi, i tuoi capelli mori a spazzola, il tuo silenzio urlato le tue urla silenziose. Una conchiglia dischiusa che tutti hanno voluto dimenticare nella sabbia melmosa di quotidiane abitudini, di solita vita, di solite persone, di solita, triste e crudele indifferenza. Per conoscerti ho dovuto imparare a conoscermi, trovando il coraggio di gettare via una maschera. Mi sono lasciata guidare dalla dolce e misteriosa alchimia che ha forgiato il nostro legame, che ha placato i miei timori e ci ha aiutato a crescere insieme. Comunicare sena parole ne segni ha avvicinato le nostre anime. Sento dentro me la tua energia di vita. Vorrei anch'io averti dato così tanto.
"Se non potete essere un pino sulla vetta del monte siate un fiore sulla valle, ma siate il migliore piccolo fiore sulla sponda del ruscello. Non con la mole vincete o fallite. Siate il meglio di qualunque cosa siate" (Douglas Mallok) A mio figlio cerco ogni giorno di insegnare questo, anche se è molto piccolo e...disabile. Sperando che il mondo sia pronto ad accogliere questo "meglio", frutto di lavoro e fatica. Aiutateci a preparare un mondo pronto a valorizzare questo "meglio". Grazie e buon lavoro. Montesilvano 22 febbraio 2010 Cancella post · più di un anno fa.
Ariano Davide Come una rosa blu (Gerda Klein) Jenny è una bambina….. un’adorabile bambina. I suoi occhi sono nocciola, i capelli un po’ più scuri. Se i capelli le cadono sugli occhi, li scosta. Ma la mano non và diritta alla fronte, prima si curva come un fiore al primo schiudersi dei petali, poi scosta i capelli dagli occhi. Jenny è diversa. Diversa ? Si, diversa da quasi tutte le altre Ma chi ha detto che tutte le persone debbano essere uguali ? Pensare, agire, apparire uguali ? Per me Jenny è come una rosa blù. Una rosa blù ? Avete mai visto una rosa blù ? Ci sono rose bianche, e rose rosa, e rose gialle, e una infinità di rose rosse. Ma blù ? Un giardiniere sarebbe felice di avere una rosa blù. La gente verrebbe da lontano per vederla. sarebbe rara, diversa, bella. Anche Jenny è diversa. Ecco perché, in qualche modo, è come una rosa blù. Quando Jenny giunse a casa dalla clinica, “una bambolina rosa, morbida e paffuta” piangeva spesso, più spesso degli altri bambini. Perché ? Chissà, forse vedeva ombre diverse che la spaventavano. Forse udiva suoni a lei sconosciuti. Quando fù più grandicella, stava sempre accanto alla mamma e le si attaccava alla gonna. Per un uccello così, volare è difficile: ci vuole più forza, più fatica, più tempo. Per un uccello con le ali normali volare è una cosa scontata, ma un uccellino con le ali corte deve impegnarsi molto per imparare. Non importa cosa. Ma c’è un’altra Jenny, una Jenny che, in un triste pomeriggio d’inverno, siede in poltrona e si dondola, con la sua bambola fra le braccia. E’ molto turbata, è confusa. Lentamente mi dice: “ mamma, Sally ha detto che sono ritardata. Che vuol dire, mamma ? Ritardata ? I bambini dicono ritardata, e ridono. Perché ridono, mamma ?” Sapete, quando un gattino perde la coda l’udito gli si fa più acuto, dicono. E’ vero che la coda aiuta un gattino a correre più veloce, ma un gatto senza coda ci sente meglio e avverte i passi che s’avvicinano molto prima degli altri micini. Ma alcuni non sanno che un gatto simile può avere un udito tanto acuto; vedono solo che gli manca la coda. Certi bambini sono crudeli e guardano fisso, e prendono in giro: “gatto senza coda ! “ A volte Jenny correva dalla mamma e le si aggrappava stretta, così, senza una ragione, o almeno senza una ragione chiara per noi. Pian piano capimmo che il mondo di Jenny era un poco diverso, un mondo, in un certo senso, a noi ignoto. Cominciammo a pensare che vivesse in un mondo nel quale potevamo non sentirci a nostro agio. Entrare in quel mondo è un po’ come andare su un altro pianeta. E’ come se Jenny vivesse dietro uno schermo, uno schermo che non riusciamo a vedere. Forse ha colori magnifici, forse quei colori, a volte, distraggono Jenny dal prestare attenzione a quel che diciamo. O forse ascolta una musica che noi non possiamo sentire. I pesci hanno un linguaggio e una musica tutta loro, portata dalle onde, dicono. Una musica che noi non possiamo udire perché non abbiamo orecchie abbastanza fini. Si, forse Jenny ode suoni che noi non udiamo, forse è per questo che a volte balza in piedi e intreccia misteriosi passi di danza. Jenny è come un uccellino, un uccello dalle ali molto corte, mi capita di pensare. Ci sono molte cose che Jenny non capisce. E ci sono molte cose di Jenny che gli altri non capiscono: che Jenny è come un gattino senza coda, che Jenny sente una musica diversa, che Jenny ha le ali corte, che Jenny deve essere protetta. Jenny è come una rosa blù, delicata e bellissima, Ma le rose blù sono così rare che ne sappiamo poco, troppo poco. Sappiamo solo che hanno bisogno di essere curate di più. Di essere amate di più Cancella post · più di un anno fa.
Ariano Davide Traduzione da Inglese verso Italiano Hai mai? da Tomlin Tassy Avete mai desiderato di poter tenere e ricevere affetto dal vostro bambino? Avete mai desiderato il bambino ti guardava la quinta volta il sesto o settimo si chiama il suo nome? Hai mai voluto avrebbe chiamata mamma, mamma o mamma? Avete mai desiderato la tua 2 anni vi direbbe NO? Avete mai fatto a 8 diverse caselle di cereali per vedere quale casella vuole, perché non posso dirvi? Vi siete mai chiesti perché le cose che dice, dice più e più volte? Sei mai stato benedetto con un sorriso da orecchio a orecchio, perché hai capito cosa volesse dire la prima volta ha cercato di dirti una cosa? Hai mai mangi cereali tutto il giorno perché è quasi tutto quello che mangerà? Avete fissato dieci pizza o più volte alla settimana, perché mangerà anche questo? Avete mai lavato quel piatto speciale e scodella 2 o 3 volte al giorno perché ha a mangiare fuori di loro? Avete mai dovuto alzarsi dal tavolo due volte in una sola seduta, per lavarsi le mani preziose, perché si sono sporchi e non vuole mangiare finché non sono puliti? Avete mai lasciate che il vostro bambino indossare la stessa maglia per 3 giorni di fila, grazie a Dio almeno indossa abiti oggi? Hai mai preso le sue scarpe e rimetterli su 6 o 7 volte, fino a che non si sentono giusto? Avete mai lasciato indossare quelle scarpe a letto, notte dopo notte? Vi siete mai chiesti perché in punta di piedi tutto il giorno e non potrebbe mai stare fermo? Avete mai fargli indossare un cappello calzino tutto il giorno e a letto perché la pressione lo fa sentire un po 'meglio e che copre le orecchie muffole una frazione del rumore di notte? Vi siete mai chiesti perché fuori di tutti i giocattoli che deve giocare, lui guarda le ruote della macchina che rotola avanti e indietro? Vi siete mai chiesti perchè non gioca? Avete mai avuto a disegnare la stella Wal-Mart o scintilla venti o più volte al giorno? Avete mai dovuto chiedere il manager di Wal-Mart per un segno, in modo da non dover disegnare tutto il giorno? Avete mai visto la gioia sul viso del bambino per avere quel segno? Avete mai dovuto chiedere il manager in un ristorante se si poteva lasciarlo nascosto un rapido sguardo alla cucina prima che lui sedersi a mangiare? Avete mai avuto di alzarsi e lasciare un ristorante appena il cibo colpisce il tavolo? Sei stato in fila alla cassa, con un carrello pieno di generi alimentari, quando esce un tracollo maggiore? Avete mai osservato le persone guardano a voi e al vostro bambino come se entrambi hanno la peste? Hai poi dovuto tenere la testa alta e morso il labbro per il bene di tuo figlio? Avete mai avuto a convincere il vostro pediatra che c'è qualcosa di non giusto? Avete mai avuto a sedere attraverso ore di valutazioni intensiva, paura dell'ignoto? Avete mai ricevuto la diagnosi di autismo per il vostro bambino?
.Ariano Davide LA VITA ...CHE TI CAMBIA .pubblicata da Mara Martino il giorno martedì 3 novembre 2009 alle ore 22.37.Scrivere...di se..di un dolore che nn riesci a sopportare...nn è cosa facile....soprattutto quando quel dolore lo senti ancora pungere il cuore e ti rendi conto che nn smetterà mai di sanguinare...... Io sono Mara..mamma di Flavio..autistico ricordo ancora quando me l'hanno comunicato.....signora deve essere forte..la situazione nn è buona ..suo figlio è autistico ricordo che la dott.ssa continuava a parlare..ad illustrare la casistica....e io me ne stavo lì....ferma solo su quella parola..E' AUTISTICO..E'AUTISTICO mi echeggiava nella testa...batteva al ritmo del mio cuore No ...nn stava parlando di mio figlio...lui era troppo piccolo...troppo bello...nn doveva succedergli mai niente...io glielo avevo promesso appena nato....la sua doveva essere una vita fantastica...meravigliosa....perchè.. perchè..perchè a me doveva succedere..qualsiasi cosa doveva capitare a me...e nn ai miei figli Avere quella notizia...ci ha distrutto...pensi solo ke qualcuno abbia portato via il futuro di tuo figlio...e tu nn hai niente ...nessun'arma...con cui combattere....era la mia una sensazione di svuotamento...la stessa che provi quando partorisci...e dentro per un momento ti senti vuota...ma poi ti danno quel fagotto...e tutto diventa meraviglioso...qui...invece c'era solo quella sensazione di vuoto... eppoi cosa avrei fatto con tutti gli altri....se ne sarebbero accorti ...le sue stereotipie come sarebbero state considerate...no io nn potevo dirlo a nessuno....avrei tenuto tutto in casa....e con tanto lavoro lui sarebbe guarito... quante illusioni...quante giustificazioni..ho dato, mi sono data....già perchè il primo nemico di mio figlio sono stata IO ho pregato...ho imprecato...ho litigato con mio marito ..mia sorella...ero e ancora adesso lo sono....intrattabile il mio scopo era quello di resettare tutto....avrei ricominciato da zero quanto mi sono sbagliata...quanto tempo ho xso a chiedermi perchè...quanto..troppo a piangere....quanto infine a copevolizzarmi poi c'è stato un momento...inatteso...in cui ho realizzato....che dovevo ...potevo...fare qualcosa quantomeno capire se potevo continuare a vivere...xkè io davvero mi sentivo morta dentro..e come tale nn uscivo neanche +...l'unica cosa che pensavo che mio figlio nn l'avrebbe potuto fare...e nn era giusto che io lo facessi....mi privavo anche dei sorrisi.. in un certo senso volevo essere come Flavio...autistica Poi ho conosciuto altri genitori durante un ricovero ad Ostuni....mi leggevano...come fossi un libro axto.....tra loro mi sentivo capita...normale...nn giudicabile....guardavano mio figlio...come si guarda semplicemente un bambino...senza pietà....senza falsità eppoi un giorno confidai alla mia copagna di stanza ...che credevo di nn meritare di fare + nulla...dato che mio figlio era così...e lei come uno schiaffo...rispose che io ero Mara...e nn Flavio....e come mamma dovevo dargli il meglio quanto aveva ragione....io ero ancora Mara....e lui era sempre il mio piccolo...era lì...nn era morto...dovevo concentrarmi solo sul rendergli la viita migliore ....nn sarebbe stato facile....ma ci avrei provato.... improvvisamente nn mi è importato + ke la gente lo guardasse.....lui era prima di tutto un bambino....e faceva le stesse cose di tutti gli altri bambini...perchè avrei dovuto condannare ogni passo ogni ripetizione come una 'gaffe autistica'...ero stata io fino a quel momento il suo nemico....io con la mia incapacità di accettare il suo handicap...e sebbene ad oggi...nn mancano i momenti di sconforto....e di rabbia ...Io sono al suo fianco....io , mio marito , i suoi fratelli siamo la sua famiglia e nn ci sentiamo soli... abbiamo impararato a guardarci intorno....siamo tanti....ma ci sentiamo incompresi dalle istituzioni...che sembrano nn voler capire il peso del nostro dolore e credo in assoluto che sia infine proprio questo il peso + grande da sopportare Tuttavia siamo tanti...e insieme uniti in un'unica voce chissà....magari riusciremo a farci sentire....lo dobbiamo ai nostri figlli...noi e solo noi possiamo garantirgli un futuro migliore.. mara
Scriviamo da una certa distanza, si scrive da lontano We write of the tears, we write of the pain Scriviamo delle lacrime, si scrive del dolore We write of time, we write of what happens all day. Scriviamo di tempo, si scrive di ciò che accade tutti i giorni. The words of enough's enough is not enough. Le parole di troppo è troppo non è sufficiente. Autism – Autism – Autism – is much too much; L'autismo - L'autismo - L'autismo - è davvero troppo; To be cared for by one person, by one couple, by one nation. Per essere assistiti da una persona, da una coppia, da una nazione. Knowing what we know, it should never have happened. Sapendo quello che sappiamo, non dovrebbe mai avere successo. We hold our breath – We hide our shame Tratteniamo il fiato - ci si copre la vergogna We must go on, day after day?? Dobbiamo andare avanti, giorno dopo giorno? Cancella post · più di un anno fa.Ariano Davide
ALTRA IDEA DI POESIA (Roberto Cogo, 2005) ci sono quelli segnati da un nonnulla quelli coi geni arruffati dalla mano saggia di un dio indifferente alla quiete di un linguaggio traducibile e fedele (quelli con un’altra idea di poesia) oltre il peso degli aridi schemi ci sono quelli dal sentire leggero di piuma infiammabili come la paglia da lacrime roventi o risate o richieste d’aiuto (per loro non fa differenza) stanno davanti al richiamo interiore irresistibile e concreto della crema che gonfia il pasticcino stanno oltre lo schermo della vita franta ma solo di rimando da lì allungano una mano lieta o un temibile pugno (forse sono ricci, forse figli di fata) forse vivono in un sasso indistinto tra cielo e formica nell’unica forma di vita che soffia e smuove ogni cosa (l’ala fragile di una farfalla li solleva dal dovere di una scelta) sono quelli che rimpallano lo sforzo e la voglia di rimetterci in gioco, di ridiscutere il mondo --------------------------------------------------------------------------------
It Allows a Portrait in Line-Scan at Fifteen He retains a slight ‘Martian’ accent, from the years of single phrases. He no longer hugs to disarm. It is gradually allowing him affection. It does not allow proportion. Distress is absolute, shrieking, and runs him at frantic speed through crashing doors. He likes cyborgs. Their taciturn power, with his intonation. It still runs him around the house, alone in the dark, cooing and laughing. He can read about soils, populations and New Zealand. On neutral topics he’s illiterate. Arnie Schwarzenegger is an actor. He isn’t a cyborg really, is he, Dad? He lives on forty acres, with animals and trees, and used to draw it continually. He knows the map of Earth’s fertile soils, and can draw it freehand. He can only lie in a panicked shout SorrysorryIdidn’tdoit! warding off conflict with others and himself. When he ran away constantly it was to the greengrocers to worship stacked fruit. His favourite country was the Ukraine: it is nearly all deep fertile soil. Giggling, he climbed all over the dim Freudian psychiatrist who told us how autism resulted from ‘refrigerator’ parents. When asked to smile, he photographs a rictus-smile on his face. It long forbade all naturalistic films. They were Adult movies. If they (that is, he) are bad the police will put them in hospital. He sometimes drew the farm amid Chinese or Balinese rice terraces. When a runaway, he made uproar in the police station, playing at three times adult speed. Only animated films were proper. Who Framed Roger Rabbit then authorised the rest. Phrases spoken to him he would take as teaching, and repeat. When he worshipped fruit, he screamed as if poisoned when it was fed to him. A one-word first conversation: Blane – Yes! Plane, that’s right, baby! – Blane. He has forgotten nothing, and remembers the precise quality of experiences. It requires rulings: Is stealing very playing up, as bad as murder? He counts at a glance, not looking. And he has never been lost. When he ate only nuts and dried fruit, words were for dire emergencies. he knows all the breeds of fowls, and the counties of Ireland. He’d begun to talk, then returned to babble, then silence. It withdrew speech for years. When he took your hand, it was to work it, as a multi-purpose tool. He is anger’s mirror, and magnifies any near him, raging it down. It still won’t allow him fresh fruit, or orange juice with bits in it. He swam in the midwinter dam at night. It had no rules about cold. He was terrified of thunder and finally cried as if in explanation It – angry! He grilled an egg he’d broken into bread. Exchanges of soil-knowledge are called landtalking. He lives in objectivity. I was sure Bell’s palsy would leave my face only when he said it had begun to. Don’t say word! when he was eight forbade the word ‘autistic’ in his presence. Bantering questions about girlfriends cause a terrified look and blocked ears. He sometimes centred the farm in a furrowed American Midwest. Eye contact, Mum! means he truly wants attention. It dislikes I contact. He is equitable and kind, and only ever a little jealous. It was a relief when that little arrived. He surfs, bowls, walks for miles. For many years he hasn’t trailed his left arm while running. I gotta get smart! looking terrified into the years. I gotta get smart! LES MURRAY -------------------------------------------------------------------------------- Ciò permette un ritratto in versi scanditi a 15 anni Mantiene un leggero accento ‘marziano’ dall’età delle frasi isolate. Non abbraccia più per disarmare. Ciò gradualmente gli permette dell’affetto. Non gli permette la misura. La sofferenza è assoluta, stridente, e lo fa correre a velocità forsennata tra le porte che sbattono. Gli piacciono i cyborg. Il loro taciturno potere, con la sua cadenza. Ciò lo fa ancora correre per la casa, solo nel buio, parlottando e ridendo. Riesce a leggere di terreni, popolazioni e della Nuova Zelanda. Con argomenti neutri è un analfabeta. Arnold Schwarzenegger è un attore. Non è un vero cyborg, giusto babbo? Vive su quaranta acri, con animali e alberi, era solito disegnarli continuamente. Conosce la carta dei terreni fertili sulla terra, e sa disegnarla a mano libera. Sa mentire solo con un grido di panico Scusascusa,nonl’hofattoio! evitando conflitti con gli altri e con se stesso. Quando scappava lo faceva quasi sempre per andare dal fruttivendolo ad adorare la frutta ammonticchiata. Il suo paese preferito era l’Ucraina: è quasi del tutto un grande terreno fertile. Ridacchiando, si arrampicava sul fosco psichiatra freudiano che ci diceva che l’autismo è un prodotto di genitori ‘frigorifero’. Alla richiesta di sorridere, si stampava in faccia un ampio sorriso. Ciò gli proibì a lungo i documentari: erano film per adulti. Se loro (cioè, lui) sono cattivi la polizia li porta all’ospedale. Talvolta disegnava la fattoria tra risaie a terrazzo cinesi o balinesi. Quando fuggiva creava tumulto al posto di polizia giocando a velocità tripla rispetto agli adulti. Solo i cartoni animati erano adatti. Chi ha incastrato Roger Rabbit poi autorizzò anche il resto. Prendeva le frasi a lui rivolte come degli insegnamenti, ripetendole. Quando adorava la frutta, urlava come fosse avvelenata se gliela si dava da mangiare. Una prima conversazione a parola unica: aero – sì! aereo, giusto bimbo! – aero. Non ha dimenticato nulla e si ricorda la precisa qualità delle esperienze. Ciò richiede delle regole: rubare è comportarsi molto male, come uccidere? Conta a prima vista, senza fissare lo sguardo. E non si è mai perso. Quando mangiava solo noci e frutta secca, usava parole solo in caso di emergenza. Conosce tutte le varietà di volatili e le contee dell’Irlanda. Aveva iniziato a parlare, poi tornò al balbettio, poi al silenzio. Ciò lo allontanò dal linguaggio per anni. Quando ti prendeva la mano, era per usarla come uno strumento multi-funzione. È il terrore degli specchi, così rende lode a quelli che trova distruggendoli. Ciò ancora non gli permette la frutta fresca o il succo d’arancia con i pezzetti dentro. Nuotava di notte nel laghetto a metà inverno. Mancavano le regole sul freddo. Era atterrito dai tuoni e alla fine quasi per dare una spiegazione gridava Ciò-arrabbiato! Tostava il pane con un uovo rotto all’interno. Gli scambi di conoscenze sui terreni si chiamano discorsi di terra. Vive nell’oggettività. Fui certo che la paresi di Bell avrebbe lasciato il mio viso solo quando lui disse che aveva iniziato a farlo. Non dire parola! a otto anni vietò la parola ‘autistico’ in sua presenza. Domande scherzose sulle amichette gli causano un’aria terrorizzata e e la chiusura delle orecchie. Qualche volta mette la fattoria al centro di un Midwest americano tutto arato. Contatto d’occhio, mamma! è la vera richiesta d’attenzione. Ma occhio al contatto dell’io. È equo e gentile, solo di rado un po’ geloso. Fu un sollievo quando arrivò il più piccolo. Ondeggia, rotola, cammina per chilometri. Per molti anni non ha messo in moto il braccio sinistro correndo. Devo farmi furbo! guardando con terrore dentro gli anni. Devo farmi furbo! ------------------------------------------------------------------------------
Una poesia di Teresa I nostri bambini fin dai primissimi istanti della loro vita diventano la nostra ricchezza più grande, la vita che era stata fino al loro arrivo diventa un ricordo e ci si ritrova genitori a tempo pieno. Fin da subito iniziamo ad accudirli e a proteggerli con tutto l’amore che abbiamo, a preoccuparci per loro, e a fare progetti per il loro futuro. E’ terribile quando il sogno di vederli crescere felici ed in salute, si infrange contro il muro della disabilità, è come se l’incubo peggiore fosse diventato improvvisamente vero e reale. Il nostro piccolo mondo crolla come un castello di carte travolgendoci insieme alle nostre certezze e alle nostre speranze. Ma la forza dell’amore non si spegne, da essa possiamo trarre l’energia necessaria a rialzarci in piedi e a combattere con determinazione il nemico invisibile che ha rapito i nostri figli. Paolo Quella che segue è una bellissima poesia scritta dalla nostra amica Teresa Tranfaglia, un invito a trovare questa forza dentro di noi e a non arrenderci mai. Risiedi oltre la morte, oltre la vita. Sei nelle mie membra, nel mio passato, nel futuro e nel presente che mi attraversa. Da sempre sei. Atavica e possente forza! Custode di me stessa. Guerriera instancabile. Dolce compagna e giudice severo. Da sempre vibro nella tua regia. Valico alture e scendo nelle valli: non consenti che soccomba in miserie, né che mi alteri nella gloria. Alimenti il mio spirito. Dai fuoco all’anima. Timoniera di me stessa, guidi la rotta, perché il viaggio proceda, comunque proceda… Orienti la bussola verso luce, affinché raggiunga l’agognata riva. Incredula osservo la tua potenza, l’infinita energia. Mi sento piccola, disorientata, persa… Forza, dove sei? Eccoti! sei dentro me, nell’umiltà e nella dolcezza del dono ti ritrovo. Teresa Tranfaglia